Qui, l’altitudine, il clima e l’esposizione creano un ecosistema ideale per la coltivazione delle mele, che si estende su circa 6.500 ettari di meleti, con una produzione annuale di 400mila tonnellate.
I frutti sono collocati all’interno di una miniera di dolomia, il Rio Maggiore, che si estende per quindici chilometri di gallerie. Le mele sono conservate a 300 metri di profondità in atmosfera controllata e a temperatura costante nelle cosiddette celle ipogee, che sono veri e propri frigoriferi naturali che esistono solo qui, nel santuario italiano di questi frutti. Ogni cella può contenere quasi 900 tonnellate di mele, che riposano nelle caratteristiche casse verdi e arancioni accatastate fino a sfiorare il soffitto di roccia. Le mele possono restare intatte per non meno di un anno grazie al mantenimento di una temperatura costante di un grado centigrado.
La conservazione delle mele nelle celle ipogee porta due vantaggi ambientali: la riduzione dello spazio e del consumo di energia. Conservare le mele nel sottosuolo significa evitare di costruire nuovi magazzini in superficie, risparmiando un’area grande come dieci campi da calcio che può essere destinata alle coltivazioni o ad altre iniziative, o semplicemente riconsegnata alla natura. Inoltre, la bassa temperatura sotterranea di partenza richiede un minore impiego di energia per il raffreddamento, con un calo del 50% rispetto a un magazzino tradizionale.
Melinda ha creato il Golden Theatre, uno spazio cinematografico cubico che si trasforma in un ascensore virtuale che conduce lo spettatore nelle celle ipogee per scoprire i segreti delle mele. Il percorso è solo un’anteprima del vero viaggio al centro della Terra che inizierà ufficialmente con l’attesa dell’apertura al pubblico dei magazzini, un’iniziativa già in programma che permetterà di esplorare dal vivo questo giardino delle delizie unico al mondo.
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