Milano celebra il biologico
Milano celebra il biologico
Le scelte alimentari hanno un ruolo determinante per la salute delle persone, la tutela degli ecosistemi ambientali e la mitigazione dei cambiamenti climatici.
Questo il messaggio lanciato dalla tappa milanese della settima edizione della Festa del BIO, che ha sottolineato il valore del biologico come elemento chiave per costruire un futuro sostenibile.
Un modello virtuoso, essenziale per preservare le risorse naturali a beneficio delle generazioni future.
Alla Festa del BIO è stata sottolineata l’importanza dell’educazione alimentare per promuovere scelte più consapevoli, incentivando il consumo di cibi di prossimità, la riduzione della carne e il contrasto agli sprechi alimentari.
“La rapida evoluzione della crisi climatica conferma la necessità e l’urgenza di un cambiamento radicale nel modello di agricoltura e nelle scelte alimentari.
Secondo i dati presentati recentemente da Nomisma, molte delle produzioni del nostro Paese hanno subito cali produttivi che superano in diversi casi anche il 30%, soprattutto al centro e al sud, a causa della crisi climatica.
Non abbiamo più tempo.
Per cambiare il modello di produzione è indispensabile, però, modificare anche il modo di consumare.
C’è una responsabilità collettiva che riguarda da una parte gli agricoltori, che devono agire sempre di più verso la sostenibilità anche attraverso la conversione al bio, dall’altra i cittadini, che devono fare scelte consapevoli verso un cibo prodotto nel rispetto della Natura e della salute delle persone.
Puntare al prezzo più basso comporta una compromissione dei diritti dei lavoratori, la riduzione del reddito degli agricoltori aprendo di fatto al lavoro nero.
La sostenibilità ambientale non è in contrasto con quella economica e sociale, al contrario tutto rientra in un processo coerente e integrato”.
“L’introduzione dell’educazione alimentare nelle scuole è per noi fondamentale – ha dichiarato Barbara Nappini, Presidente Slow Food Italia – Paragono spesso il nostro sistema alimentare a un piatto con una “trave” invisibile al suo interno.
Questa metafora rappresenta un paradigma ingiusto che combina degrado ambientale, sprechi e fame, contribuendo ad aumentare il divario tra il nord e il sud del mondo.
È urgente cambiare modello e riconoscere il valore di un’agricoltura integrata con gli ecosistemi: per noi la strada è il biologico e l’agroecologia.
Per costruire un futuro più equo e sostenibile è estremamente importante sensibilizzare le nuove generazioni sul legame tra cibo, ambiente e giustizia sociale. Secondo il rapporto ISMEA, su 100 euro spesi per prodotti freschi, solo 7 finiscono al contadino, mentre nei prodotti trasformati questa cifra scende a 1,5 euro.
Questo dato evidenzia una crisi profonda, ma al tempo stesso offre un’opportunità: pensare a un nuovo modello produttivo, perché quello intensivo è ormai al capolinea.
Il problema è globale, ma può essere affrontato attraverso i tre pilastri di sostenibilità economica, sociale e ambientale, e con approcci agronomici buoni, puliti e giusti come il biologico”.
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