Nina Trinca: un amore di cantina

Nina Trinca: un amore di cantina

 

Nina Trinca: un amore di cantina

Donatella ed Andrea, titolari della cantina Nina Trinca, sono stati i protagonisti di una splendida serata enogastronomica in cui hanno raccontato la loro storia e hanno presentato i loro vini con così tanta passione da coinvolgere tutti i partecipanti nel loro personale progetto di vita e di lavoro.

La cena, organizzata da La Selezione srl, all’interno dell’esclusivo Hotel The Rome Edition.

È stata affidata allo chef Antonio Gentile che ha sapientemente studiato un menù degustazione capace di esaltare ogni vino proposto dalla cantina con accostamenti al tempo stesso innovativi e rispettosi della tradizione romana.

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I proprietari, affabili e sorridenti, hanno partecipato alla cena raccontando con grande trasparenza l’inizio della loro avventura nel 2021.

Le difficoltà incontrate specialmente durante la pandemia, le preoccupazioni e le tante notti insonni, ma anche le soddisfazioni per i prodotti che sono riusciti a realizzare e il riscontro del pubblico che ha già esaurito la produzione del 2023 di alcune etichette.

Sotto la guida dell’esperto enologo, Alessandro Marotta, sono riusciti ad esaltare le caratteristiche di ciascuno dei 5 vitigni presenti nel territorio vulcanico di Zagarolo, hanno lavorato sulla trasformazione dell’allevamento della vite a bacca bianca da cordone speronato a guyot semplice, ed hanno ottenuto la certificazione biologica di vigna e cantina.

La cura di Andrea, in primis in vigna, si riflette su tutta la catena di produzione (un esempio tra tutti il bassissimo tenore di solfiti in bottiglia) e dà luogo ad un’altissima qualità di prodotti, circa 10.000 bottiglie l’anno, che sta incontrando apprezzamenti crescenti tra gli esperti del settore.

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La storia di Donatella ed Andrea è sicuramente intrisa di passione per il vino, ma soprattutto è una storia che colpisce per la forza, l’amore e la voglia di rinascita.

Ed è proprio con questo desiderio di rinascita, intesa come “nuova vita” che Donatella ha disegnato personalmente le etichette e scelto i nomi per ogni vino, tutti evocativi di questo “nuovo modo di vivere” che attinge forza e valori da storie con radici profonde.

In particolare, i nomi evocano volutamente uno dei primi miracoli di Gesù in cui resuscita la figlia di Giairo, pronunciando la frase “Thalità Qumi”, che significa “Fanciulla, alzati”, come a sottolineare con ancora più forza la nuova vita che la vigna ha dato alla loro famiglia.

Il primo assaggio è per Qumi, dall’aramaico “Alzati”, grechetto in purezza dai sentori fruttati e note minerali dovute al terreno vulcanico.

Il gusto fresco, sapido e persistente si è sposato perfettamente con il tris di entrée dedicati alla cucina romana rivisitata: crocchetta di coda alla vaccinara con cacao e finocchio, tarte con cacio pepe e limone, ed uno spiedino di prosciutto di tonno e melone.

A seguire abbiamo degustato Giairo, malvasia puntinata, Roma DOC, dai sentori di mela e gelsomino che con la sua secchezza ha sapientemente accompagnato una panzanella con gamberi, sedano ed estratto di pomodoro.

In bocca straordinariamente morbido e lungo, ha rivelato tutta la sua sapidità e freschezza.

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Talitha, è stato servito nella sua doppia annata 2023 e 2024.

Si tratta di un ottimo rosato.

dal colore rosa provenzale ottenuto da uve 80% merlot e 20% sangiovese grosso.

Che colpisce per la perfetta unione tra freschezza e cremosità e presenta persistenti note fruttate di fragoline di bosco.

È stato servito in abbinamento a degli ottimi tortelli ripieni di pollo e peperoni.

Eloì, in aramaico “Signore mio” presenta sull’etichetta un cervo, simbolo del trionfo del bene sul male.

È un blend di 50% merlot e 50% sangiovese grosso.

Sprigiona sentori di spezie dolci ed appare estremamente morbido e rotondo in bocca con note di frutta nera, come ciliegia e prugna.

Un vino elegante di facile beva.

Esaltato dal tenerissimo agnello arrosto appena scottato sapientemente accostato ad un carciofo alla romana e salsa alla mentuccia.

Punta di diamante della cantina Nina Trinca è il Dam, 100% cabernet sauvignon non filtrato, il cui nome in aramaico antico significa “sangue”.

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Dal colore rosso impenetrabile.

Si è rivelato un nettare raffinato e seducente che con i suoi 14,5° incanta per morbidezza e sentori di legno dovuti all’affinamento in tonnau di rovere francese per 14 mesi.

Il suo bouquet complesso e potente, dominato da note di frutti neri e da sentori di spezie dolcipepe nero e tabacco, coccola il palato a tal punto da riuscire ad accostarsi anche ai dessert di ricotta e visciole servito a fine pasto.

Nina Trinca, cantina giovane dedicata alla giovane figlia di Donatella e Andrea, vince e convince su tutti i fronti.

Conquista per la qualità dei prodotti, per la trasparenza dei proprietari e per la bellissima storia d’amore che li lega anche nel lavoro.

Autore

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    Pugliese d'origine e romana d'adozione, lavoro nella direzione marketing di una grande azienda e nel tempo libero scrivo di viaggi, teatro, vino e cibo. Sono appassionata di "vita" e seleziono con cura tutte le cose belle e buone che questa può offrirmi, condividendo le mie passioni con chi ha voglia di lasciarsi coinvolgere e sperimentare. Il mio motto è: "vivi come se fossi sempre in vacanza!" ed è per questo che amo trasformare il quotidiano in una serie di momenti memorabili 😉

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