Non c’è olio extravergine di oliva umbro senza dignità per gli olivicoltori
Non c’è olio extravergine di oliva umbro senza dignità per gli olivicoltori
È iniziata la campagna olearia in Umbria con le solite diatribe sul prezzo di un litro di olio extravergine di oliva.
Troppo caro venderlo a 14-15 euro al litro, come la precedente campagna olearia, visto che è un’annata di carica, le olive sulle piante ci sono.
Se il prodotto c’è, il prezzo deve calare.
La campagna olearia in Umbria si prospetta più ricca della precedente.
Con un aumento della produzione di olive del 30-40% ma anche, purtroppo, rese in olio al frantoio in calo almeno del 30% rispetto alla scorsa campagna olearia.
Questo significa che l’olivicoltore porta più olive al frantoio, portando a casa la stessa quantità di olio, o poco più, dello scorso anno ma con un aumento di costi, soprattutto di frangitura.
Assoprol, inoltre, sottolinea come il valore dell’olio extravergine di oliva umbro non possa essere assimilato a una semplice commodity.
Legata a una dinamica di domanda-offerta basata sui volumi di prodotto dell’annata.
Ma vada considerato in ragione di molteplici fattori, primo fra tutto l’alta considerazione che i consumatori attribuiscono al polmone verde del Centro Italia, la patria di San Francesco e San Benedetto, di una profonda spiritualità che ha emozionato il nostro Paese e il mondo.
I dati di mercato dell’ultima campagna olearia dimostrano che, a fronte di un significativo aumento dei prezzi, non c’è stato un calo importante dei consumi di oli DOP e IGP, che anzi sono rimasti stabili, stante la mancanza di offerta.
Lo spazio commerciale per offrire olio extravergine di oliva a prezzi remunerativi per l’intera filiera esiste.
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