Categories: Cibo e salute

I nuovi trend dagli USA per il caffè e Donna Sisina

     Che gli americani non conoscessero il caffè freddo come lo conosciamo noi a Napoli era cosa se non nota quantomeno immaginabile. Sta di fatto però che il nostro caffè freddo, congelato nel bottiglione di alcool a 95° e reso a granita sotto l’acqua corrente della fontana del bar, vittima di una legge sanitaria che predilige composti da mettere in pseudo granitori, è ormai quasi scomparso del tutto.

     Così imperversano caffè a base di composti da diluire che del sapore del caffè conservano solo un labile ricordo e somigliano sempre più a schiumette e spume. Anche Donna Sisina con la calza mezza scesa dice che il caffè freddo così è una ciofeka (una schifezza)!

Se a Napoli siamo intristiti però oltreoceano si esulta per le nuove mode che da Seattle (città con maggior numero di giovani) si sviluppano conquistando New York, Chicago, Washington, ecc.

     Lì da quest’estate imperversano nuovissime bevande come il Frappuccino, il fizzy coffee, il nitro coffee e finanche il wine fraggino.  L’apoteosi del nuovo e di quanto di più innovativo in termini di abbinamento si potesse pensare. La prima a sfondare con le nuove bevande, testate rigorosamente tra il pubblico trendy e cool di Seattle è stata ovviamente la Starbucks che battendo tutti sul tempo ha lanciato le nuove bevande, Fizzy coffee in testa.

Wine Fraggino

     Il successo dalla costa occidentale è immediatamente rimbalzato su quella orientale ed ha aperto la porta a nuovissime sperimentazioni anche nel Sol Levante dove il popolo nipponico è particolarmente attento alle nuove mode statunitensi. Così al caffè con soda (Fizzy coffee) ha fatto seguito immediatamente il lancio del  frappuccino, un cappuccino frappè (nemmeno troppo nuovo per le abitudini partenopee) che ha subito infinite varianti fino a dare alla luce il wine fraggino, una freschissima granita di vino frizzante rosè.

     Ultimo ritrovato il cold brew coffee (o nitro coffee) dove il caffè grazie all’impiego dell’azoto liquido si serve freddissimo alla spina. Allo studio anche gelati “molecolari” ottenuti con l’impiego dell’azoto liquido.

     Donna Sisina si è sollevata la calza e allontanadosi ha detto “Marò che purcaria” ma giurateci pure, tempo un anno, e ci ritroveremo anche noi a richiederlo al bar.

 

Autore

  • Di formazione classica sono approdato al cibo per testa e per gola sin dall’infanzia. Un giorno, poi, a diciannove anni è scattata una molla improvvisa e mi sono ritrovato sempre con maggior impegno a provare prodotti, ad approfondire argomenti e categorie merceologiche, a conoscere produttori e ristoratori. Da questo mondo ho appreso molte cose ma più di ogni altra che esiste il cibo di qualità e il cibo spazzatura e che il secondo spesso si mistifica fin troppo bene nel primo. Infinitamente curioso cerco sempre qualcosa che mi dia quell’emozione che il cibo dovrebbe dare ad ognuno di noi, quel concetto o idea che dovrebbe essere ben leggibile dietro ogni piatto, quella produzione ormai dimenticata o sconosciuta. Quando ho immaginato questo sito non l’ho pensato per soddisfare un mio desiderio di visibilità ma per creare un contenitore di idee dove tutti coloro che avevano piacere di parteciparvi potessero apportare, secondo le proprie possibilità e conoscenze, un contributo alla conoscenza del cibo. Spero di esservi riuscito. Il mio è un viaggio continuo che ho consapevolezza non terminerà mai. Ma è il viaggio più bello che potessi fare.

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Giustino Catalano

Di formazione classica sono approdato al cibo per testa e per gola sin dall’infanzia. Un giorno, poi, a diciannove anni è scattata una molla improvvisa e mi sono ritrovato sempre con maggior impegno a provare prodotti, ad approfondire argomenti e categorie merceologiche, a conoscere produttori e ristoratori. Da questo mondo ho appreso molte cose ma più di ogni altra che esiste il cibo di qualità e il cibo spazzatura e che il secondo spesso si mistifica fin troppo bene nel primo. Infinitamente curioso cerco sempre qualcosa che mi dia quell’emozione che il cibo dovrebbe dare ad ognuno di noi, quel concetto o idea che dovrebbe essere ben leggibile dietro ogni piatto, quella produzione ormai dimenticata o sconosciuta. Quando ho immaginato questo sito non l’ho pensato per soddisfare un mio desiderio di visibilità ma per creare un contenitore di idee dove tutti coloro che avevano piacere di parteciparvi potessero apportare, secondo le proprie possibilità e conoscenze, un contributo alla conoscenza del cibo. Spero di esservi riuscito. Il mio è un viaggio continuo che ho consapevolezza non terminerà mai. Ma è il viaggio più bello che potessi fare.

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