Un sorso di

Olivicoltura, il 61% degli oliveti della Campania ha più di 50 anni

Olivicoltura, il 61% degli oliveti della Campania ha più di 50 anni

 

Adottare un piano regionale finalizzato al rilancio del settore olivicolo-oleario è una necessità.

 

Nonostante il suo enorme potenziale l’olivicoltura campana è alle prese con sfide senza precedenti.

 

Una crisi che coinvolge l’intero sistema nazionale, alle prese con centomila tonnellate di olive raccolte in meno nella campagna 2024/2025 rispetto alla precedente (fonte Ismea).

 

“Nella nostra regione, la maggior parte degli oliveti (61 per cento) ha oltre 50 anni”, fa sapere Confagricoltura Campania.

 

“Si avverte la necessità di un Piano Olivicolo Regionale che unisca innovazione, sostenibilità e valorizzazione del prodotto, incentivando la riconversione degli impianti obsoleti con modelli intensivi e superintensivi e modernizzando i frantoi per garantire oli di maggiore qualità e competitività.

Parallelamente, è fondamentale tutelare gli oliveti storici e le aree collinari, incentivando la manutenzione e il recupero degli oliveti abbandonati per salvaguardare il paesaggio e mitigare i rischi idrogeologici”.

 

Un’altra opportunità è offerta dall’oleoturismo.

 

In Campania, la provincia di Salerno è la principale area produttrice di olive e olio con 38.161 tonnellate di olive raccolte e 5.182 tonnellate di olio prodotto nell’ultima campagna olearia.

 

Napoli presenta volumi produttivi più bassi: 3.831 tonnellate di olive raccolte e 510 di olio prodotto.

 

Mentre Benevento, Caserta e Avellino si collocano in una posizione intermedia.

Tra le altre urgenze, maggiori investimenti nella ricerca scientifica e nell’applicazione di soluzioni contro le malattie delle piante.

La valorizzazione del prodotto con campagne di educazione al consumo.

Promozione mirata e maggiore trasparenza sui mercati

Sostegno economico e formazione per le aziende.

Autore

redazione

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