Panarda Abruzzese – storia, cultura e gastronomia in un banchetto
- redazione
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Fino ai primi decenni del XX secolo, l’alimentazione tradizionale delle popolazioni abruzzesi si fondava su una dieta di base composta da legumi, granoturco, frumento, verdure e pasta fatta in casa, in particolare le “sagne”.
Le carni, principalmente pollo e maiale, erano un’aggiunta occasionale. Uno degli eventi più iconici e unici di questa eccezione gastronomica è la “Panarda”, un sontuoso banchetto che abbracciava un’enorme varietà di cibi, tra cui alcuni ritenuti rari e prelibati. Questo banchetto poteva includere fino a 50 portate, tra cui antipasti, brodi di gallina, pasticci, carni arrosto, verdure, formaggi, salumi, frutta e dolci.
La Panarda ha radici profonde nella cultura abruzzese, con implicazioni che spaziano dal devozionale al socio-economico e psicologico. Questo sontuoso pasto rappresentava una celebrazione della generosità e dell’abbondanza, spesso legate a festività religiose come quella di Sant’Antonio Abate, che coincideva con la macellazione dei maiali e la raccolta di generi alimentari preziosi. In queste occasioni, le famiglie benestanti offrivano banchetti ai meno fortunati, creando un momento di gioia e sollievo dalla vita quotidiana, spesso faticosa.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, con l’aumento del benessere economico, la tradizione della Panarda è stata riscoperta e rivalutata. Le versioni moderne di questo banchetto prevedono una quantità straordinaria di portate, riflettendo la ricchezza del patrimonio culinario dell’Abruzzo.
L’Accademia Italiana della Cucina e l’Istituto Alberghiero di Villa Santa Maria hanno svolto un ruolo fondamentale nella preservazione e nella celebrazione della Panarda, trasformandola in un appuntamento straordinario che coinvolge accademici della cucina provenienti da varie parti d’Italia e persino da altre nazioni.
In occasione del 70° anniversario dell’Accademia Italiana della Cucina, la Panarda è stata celebrata in grande stile il 4 novembre scorso nella storica “Sala del Banderese” di Bucchianico.
Ogni chef selezionato ha ricevuto il prestigioso titolo di “maestro di Panarda”. Il coordinamento delle brigate di cucina è affidato al “gran maestro di Panarda”, Cesare Della Valle, coadiuvato dal “gran maestro storico” Peppino Tinari.
Tuttavia, la Panarda non riguarda solo la cucina, ma coinvolge anche fornitori locali che contribuiscono con i migliori prodotti della regione. La Panarda rappresenta una tradizione che attinge alle radici stesse dell’Abruzzo, con un’importante storia di ostentazione sociale, culminata in uno sparo di cannone a salve per ogni portata servita. Era un’occasione speciale riservata a ospiti di riguardo, un atto di generosità della nobiltà cittadina verso il contado.
La celebrazione è iniziata con un convegno dedicato al rapporto tra cibo e invecchiamento, con esperti che discutono dei benefici di stare a tavola in modo gioioso e degli aspetti psicologici e sociali collegati a un banchetto.
La Panarda rappresenta una celebrazione dell’identità culinaria dell’Abruzzo e un omaggio alla cultura dell’ospitalità. È un momento in cui il cibo diventa il protagonista, celebrando la fatica dell’uomo, onorando valori profondi e commemorando Sant’Antonio Abate. L’evento è stato un’occasione straordinaria per riscoprire e apprezzare una delle tradizioni culinarie più affascinanti dell’Abruzzo.
(photocredit copertina Il Centro)