Parte oggi il Vinitaly, con la presenza di tanti esponenti del Governo

Parte oggi il Vinitaly, con la presenza di tanti esponenti del Governo

Presenza record del Governo a “Vinitaly” con  ben 9 Ministri, di Agricoltura, Cultura, Salute, Turismo, Imprese e Made in Italy, Affari Esteri, Difesa, Infrastrutture e Riforme.

Stando alle ultime indiscrezioni lunedì sarà presente anche la premier Giorgia Meloni.

Ma nonostante questa politicizzazione fieristica “Vinitaly sarà una fiera sempre più legata al business” ha affermato il presidente di Veronafiere Federico Bricolo  alla presentazione romana del Salone veronese ricordando i numeri di questa edizione: 4400 espositori per 17 padiglioni tutti sold out e un incoming senza precedenti, con il 43% in più di top buyer internazionale, grazie ad un investimento da 3,5 milioni di euro sull’incoming”. Bricolo ha precisato come “le aziende che partecipano a una fiera internazionale performino sette volte più delle altre”.

La fiera del vino e dei distillati, dal 2 al 5 aprile torna a Verona e alla normalità, anche perché i dati sulle tendenze del vino italiano fanno pensare positivo. Dopo il blocco per la pandemia, un’edizione passata più sobria, e una recuperata parvenza di normalità, quella di quest’anno può contare su numeri importanti e aspettative ottimistiche: oltre 4mila aziende da tutta Italia e da più di 30 nazioni, oltre mille top buyer (+43% sul 2022) da 68 Paesi selezionati.

L’industria vinicola del Belpaese vale 31,3 miliardi di euro, impegna 530 mila aziende con circa 870 mila addetti, ed è in cima alla speciale classifica relativa alla bilancia commerciale del made in Italy ‘tradizionale’. Il 2022 si è chiuso con un nuovo record per l’export in valore di vino italiano, a quota 8 miliardi di euro, ancora distanti dai 12,5 miliardi di euro della Francia ma la distanza rispetto alla Spagna è aumentata. Quello che il settore del vino italiano non riesce a colmare è il gap di prezzo rispetto ai francesi, il differenziale tra il prezzo medio all’estero dei vini fermi imbottigliati italiani rispetto a quello francese è più basso di circa il 40%. Ma l’onda è positiva.

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