Il Pecorino del Monte Poro, prossimo al riconoscimento della DOP, la cui domanda è stata pubblicata lo scorso mese di ottobre, racchiude tutti i sapori ed i profumi dei pascoli locali che rendono il latte degli allevamenti una materia prima dalle caratteristiche uniche.
Sui verdi pascoli che ricoprono le pendici del massiccio ancora oggi si pratica il pascolo estensivo, che consente di ottenere un latte dalle ricche note gustative ed olfattive, perfetto per ottenere un pecorino da molti considerato il migliore dell’Italia meridionale.
Vi sono due varianti diverse in base alla stagionatura: quella fresca, dal sapore dolce e fresco caratterizzata da una crosta sottile e di colore giallo che racchiude una pasta morbida e compatta; e quella stagionata dalla crosta dura e rugosa di colore giallo-rossiccio e dalla pasta molto consistente e compatta che sprigiona un sapore intensamente aromatico e gradevolmente piccante.
In cucina si rivela un formaggio particolarmente versatile. Il tipo fresco, ad esempio, è ottimo come accompagnamento a piatti a base di verdure, grigliato, o al naturale. Il tipo stagionato è ottimo grattugiato su primi e secondi piatti della tradizione locale o a scaglie e cubetti e in accompagnamento ad insaccati, pomodori secchi o conserve sott’olio.
Sulla Gazzetta Ufficiale Ue è precisato che la zone di allevamento degli ovini, nonché di produzione e stagionatura del Pecorino del Monte Poro, è rappresentata «esclusivamente» dal territorio dei seguenti comuni della provincia di Vibo Valentia, tutti appartenenti al comprensorio del Monte Poro: Joppolo, Spilinga, Zungri, Rombiolo, Nicotera, Limbadi, Zaccanopoli, Drapia, Filandari, Briatico, Ricadi, Maierato, Mileto, San Calogero, Parghelia, Pizzo Calabro, Stefanaconi, Filogaso, Tropea, San Costantino Calabro, San Gregorio d’Ippona, Sant’Onofrio, Vibo Valentia, Zambrone, Cessaniti, Ionadi e Francica.
Tale riconoscimento rappresenta una vittoria per tutto il vibonese, una zona della Calabria ricca di eccellenze gastronomiche.