Rheingau 2003er Oestricher Doosberg Riesling Beerenauslese Weingut Kaspar Herke
- Mario Crosta
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Weingut Kaspar Herke è una piccola azienda famigliare nella zona vinicola di Rheingau della regione tedesca dell’Assia. Il vigneto assomma a 6,4 ettari nel territorio di Oestrich-Winkel, una bella e tranquilla località nei pressi di Wiesbaden. Questa piccola zona produce dei meravigliosi Riesling che, accanto a quelli della Mosella, sono indubbiamente i migliori del mondo.
Popolarmente si dice che questa sia la vera patria dei Riesling, ma anche senza andare troppo per il sottile possiamo concordare che ne è sicuramente un’ottima culla. La coltivazione di questo vitigno è… quasi obbligatoria qui fin dal XVII secolo e rappresenta circa l’80% di tutta la superficie a vigneto, estesa sulle colline che costituiscono il prolungamento naturale dei monti Taunus, una fascia di circa 45 chilometri per 8 chilometri tra le città di Wiesbaden e Bingen sul Reno. È uno spettacolare susseguirsi di terrazze a vigna che scendono verso il fiume Reno e possono godere di eccezionali condizioni dei terreni proprio ai piedi del famoso massiccio d’ardesia, che le protegge anche dai freddi venti settentrionali.
Il Reno qui è molto largo, circa 800 metri, e in questo tratto descrive un enorme arco da oriente a occidente, assicurando un’esposizione delle uve a meridione veramente perfetta. Questo grande fiume ha un’importante funzione di termoregolazione della temperatura durante la giornata, assorbendo il caldo dei raggi del sole di giorno e rilasciandolo lentamente durante le fredde notti.
L’umidità dell’aria in autunno è assicurata e questo favorisce tutte le uve che maturano più lentamente, mantenendone caratteristiche impareggiabili di freschezza e finezza, la vera dote dei vini bianchi, rosati e rossi renani da vitigni diversi che Weingut Kaspar Herke trasforma in vini principalmente di tipo Kabinett, Spätlese, Beerenauslese e Auslese.
Tra i Riesling, al tipo Kabinett sono destinate soltanto le uve pienamente maturate e questo permette di conferire al vino un ottimo equilibrio tra la sua naturale potenza e un gusto leggero e tendente al dolce. Da sottolineare la rara delicatezza e il piacevole retrogusto, che ne fanno un vino particolarmente gradito al pubblico femminile, con un tenore alcolico intorno all’11%.
Le uve per il tipo Spätlese vengono invece raccolte una decina di giorni dopo quelle destinate al tipo Kabinett e grazie a questo si avverte un impalpabile livello superiore di zuccheri d’uva, con leggerezza e grazia eguagliabili ai vini precedenti
Secondo la classificazione adottata in Germania, oltre ai vini QmP (Qualitätswein mit Prädikat, l’eccellenza assoluta della qualità garantita), che sono un esempio perfetto di quali risultati si possono ottenere con un’accurata coltivazione delle uve di Riesling renano, Weingut Kaspar Herke produce anche vini QbA (Qualitatswein bestimmter Anbaugebiete) più giovani e rinfrescanti.
L’amico Wiktor dell’enoteca Burgundia di Katowice, forse perchè parla anche l’antica lingua della Slesia mineraria con qualche infiorescenza tedesca, 18 anni fa era riuscito chissà come a tirar su dalla cantina della famiglia Herke anche i vini del nonno, una quindicina di bottiglie di Weingut Kaspar Herke Ostrich Winkel Rheingau Qualitätswein mit Prädikat, 1976er Oestricher Lenchen Riesling Auslese, contando sul fatto che, passati tanti anni, di vini bianchi con le vecchie etichette non se ne riescono più a vendere e infatti gliene hanno fatto simpatico omaggio.
Qualche mese dopo, a una degustazione di vini della Loira (Sancerre e Anjou) accompagnata non solo dal pane e dagli stuzzichini, come in molte enoteche italiane, ma anche da ben tre assaggini di pesce (alla greca, in gelatina e leggermente affumicato poche ore prima) offerti dall’amico Darek Sajdok agli amici convenuti anche da molto lontano, si parlava del grande influsso che hanno questi grandi fiumi sulla coltivazione di alcune uve bianche.
I tedeschi affermano che un vino, per essere grande, deve poter crescere guardando l’acqua, ma non tutto quello che dicono corrisponde al vero, perciò qualcuno, incredulo, scherzava un po’ sulla prevedibile scarsa longevità, contrapponendole quella certa dei vini rossi della nostra penisola, baciata più dal sole che dall’acqua, tanto che quest’ultima recentemente si è vendicata facendo strage di vigneti e non soltanto di quelli.
Uomo di poche parole e di gran fiuto, Wiktor non aveva fatto una piega e mi aveva messo tra le mani una bottiglia proprio una di quelle bottiglie che aveva l’etichetta un po’ rovinata dall’umidità, un tappo ormai grigiastro all’esterno con due baffi neri verso il vetro, il fondo ben cristallizzato in bianco e ancorato al vetro, scelta proprio tra quelle del nonno tirate su da quella cantina. Quando l’ho bevuto aveva 26 anni, età non indifferente per un vino bianco! Me lo ricordo ancora, ne ho scritto anche su Winereport. Un vino che mi ha letteralmente sorpreso, sognavo mentre lo centellinavo, giuro!
Due giorni in piedi in cantina a 14°C, un giorno intero in frigorifero a 9°C e poi una decantazione a lume di candela, per separare non più di 2 centimetri di fondo dal resto del vino che è risultato limpido e profumato. Un piattino sopra il collo della caraffa e di nuovo in frigo dalla mattina alla sera, quando con calma, sul divano, ce lo siamo gustato in santa pace.
Non avrei mai immaginato degli aromi e dei sapori del genere da un Riesling renano, né tanto meno da un vino bianco così vecchio, con quella etichetta in stile gotico che ho sempre ammirato.
E così dopo vent’anni l’ho ricercato, ma Caroline e Lukas, la 14a generazione, non lo producono più. Oggi fa una trentina di vini diversi, le etichette sono moderne, sembrano nude e crude. Quello che gli è più simile è il Rheingau 2003er Oestricher Doosberg Riesling Beerenauslese. Colore giallo dorato vivo, risplendente, riflessi di pompelmo. Al naso un profumo di buccia d’arancio e mandarino, molto pronunciato e persistente, note di pera kaiser e marzapane, si sentiva perfino a qualche metro di distanza. Al gusto i sapori della mostarda dolce di Cremona, di marasca, frutta candita, marmellata d’arancia, cassata siciliana e papaya, ma molto delicati e soprattutto freschi, sensazione di gioventù. Un bel finale di agrumi e torrone fresco protratto molto a lungo.
Il tenore alcolico non supera il 9,5% e gli zuccheri d’uva naturali residui corrispondono a 138,7 grammi al litro, ha una bella veste splendente di freschezza e di pulizia con un fruttato piacevole e al tempo stesso potente, tanto che pare proprio che gli agrumi e i loro fiori sboccino appena tolto il tappo. Mi inchino a un vino così e invidio un po’ i tedeschi del Reno, che possono godere di bianchi tanto più buoni quanto più maturi, uno stile di vinificazione che piace anche agli austriaci, agli ungheresi, ai tirolesi, ma che non scende da Bolzano, a meno che lo stile di Giorgio Grai non riesca a fare proseliti tra altri produttori italiani per vinificare dei bianchi in stile teutonico, soltanto buoni da giovani ma senz’altro ottimi, come i matrimoni, dopo la crisi del settimo anno…
Mi viene in mente l’Oltrepò Pavese, quello che preferisce spuntarsi le ali per non volare troppo in alto con il pur generoso, ma non eccelso, Riesling italico invece di interpretare ai massimi livelli il Riesling renano come soltanto pochissimi sanno fare e invece potrebbero e dovrebbero tutti. Un tipo di vino, questo, di finezza superiore, che rasenta spesso l’eccellenza anche nel tipo più secco, che andrebbe volentieri a nozze da giovane con i pesci di fiume cucinati in modo delicato, omelettes, risotto alla milanese, canederli e formaggi cremosi e freschi, ma più maturo accompagnerebbe anche carni bianche in agrodolce e in gelatina. Vinificato invece nel tipo abboccato diventa superbo con i paté di fegato, i manicaretti con la ricotta, prosciutto e melone, mentre nel tipo dolce si sposa con tutta la pasticceria e anche (non vogliatemene se vi invito a provare, prima di eccepire…) con il castelmagno e alcuni gorgonzola dolci e cremosi.
Questo diciottenne Riesling dolce del Reno è stato anche provato con il salmone norvegese comprato fresco e sapientemente affumicato nel sottotetto di casa, che è di colore rosso, assolutamente magro, niente sale, carnoso, niente a che vedere con ciò che si compra, si scioglie in bocca dopo l’invito a masticarlo e ha una nota dolce suadente, ma non sparate sul pianista, o lo sapete fare o non lo trovate certo in commercio.
Un invito è d’obbligo: vendono anche per internet, ma bisognerebbe andare a far festa in questa piccola cantina ospitalissima, dai prezzi assolutamente di ottimo gradimento. Weingut Kaspar Herke, D-65375 Ostrich Winkel, Langenhoffstrasse 4, tel. 06723.3440, sito www.weingut-kaspar-herke.de.
Di formazione tecnica industriale è stato professionalmente impegnato fin dal 1980 nell’assicurazione della Qualità in diverse aziende del settore gomma-plastica in Italia e in alcuni cantieri di costruzione d’impianti nel settore energetico in Polonia, dove ha promosso la cultura del vino attraverso alcune riviste specialistiche polacche come Rynki Alkoholowe e alcuni portali specializzati come collegiumvini.pl, vinisfera.pl, winnica.golesz.pl, podkarpackiewinnice.pl e altri. Ha collaborato ad alcune riviste web enogastronomiche come enotime.it, winereport.com, acquabuona.it e oggi scrive per lavinium.it, nonché per alcuni blog. Un fico d’India dal caratteraccio spinoso e dal cuore dolce, ma enostrippato come pochi.