Ricordi: io e la Cotognata

cotognata

“Gli occhietti si aprono, un po’ faticosamente, ma alla fine riescono a focalizzare il mondo intorno a loro….c’è la lanterna di ceramica vietrese proprio sulla culla di Caterina (non si addormenta la notte se non la tocca e la fa dondolare), e a fianco il lettino di Gigi….dorme ancora!  ma ecco che mamma, con la sua usuale dolcezza, lo sveglia….ci alziamo, Caterina dorme ancora ma lei è picccola piccola!!! e uno alla volta entriamo in bagno, accompagnati dalla sua presenza, vigile ma discreta….prendo il mio spazzolino e comincio a sfregare i dentini…ahi, non mi piace l’acqua fredda sui denti, si ghiacciano….prendo la saponetta e comincio a sfregarla tra le ditine ciotte ciotte…che bello tutte queste bolle profumate….quasi quasi le assaggio!!! “Non si fa Rosa” la sua voce ferma ma calda mi riporta all’ordine….la prossima volta assaggio 🙂 Finita la pulizia mattiniera passo a vestirmi, un po’ con fatica riesco ad allacciare le scarpine e poi lei mi infila prima un braccio e poi l’altro nel grembiulino, mi gira di spalle e comincia ad abbottonarlo…..è il segnale del distacco imminente…….caccio via una lacrimuccia e stoicamente prendo il mio cestino con il tovagliolo, le posate e il bicchierino, e quel piccolo pacchettino che so già mi servirà a rendere più dolce l’attesa del ritorno a casa……..”

cotognata

La Cotognata

dal libro “La Comida Criolla – Memoria y recetas” di Margarita Elichondo
Biblioteca de Cultura Popular – Ediciones Del Sol
Mele Cotogne
Zucchero
Limone

Preparazione

Lavare bene le cotogne per eliminare la peluria. Tagliarle a metà longitudinalmente. Farle bollire con la buccia. Quando sono morbide, tirarle fuori dall’acqua, farle raffreddare, sbucciarle e eliminare i semi. Se si vuole preparare a parte una gelatina, conservare buccia e semi e l’acqua di cottura della frutta. Pesare le cotogne, frullarle e mescolarle a 3/4 di kg di zucchero per ogni kg di frutta aggiungendo il succo di un limone. Far bollire continuamente sempre girando finché non ispessisce e si stacca dal fondo della casseruola. Ritirarla da fuoco e versarla in recipienti di latta o ceramica bagnati. L’acqua serve perché la cotognata venga brillante. Io l’ho messa in una teglia di alluminio rivestita di carta forno appena bagnata, l’ho lasciata asciugare bene e poi l’ho tagliata a quadrati regolari. Ogni quadrato di cotognata l’ho avvolto in carta oleata per pasticceria e poi in cellophane, infiocchettati e messi da parte…..qualcuno di questi andrà regalato per Natale 🙂
Ho preparato, con questa ricetta,  due sfornate di cotognata, e sono uscite di colore differente. La prima è di un colore arancio molto carico, questa è più ocra scuro…..eppure le cotogne le ho comprate nello stesso posto!!!!! il sapore devo dire è lo stesso…..ma il colore cambia. Io la ricordavo marrone scuro!!!! e in Argentina e Uruguay è rosso intenso….ma il sapore di questa fatta in casa mi ha immediatamente riportato a quel quadratino che portavo nel cestino dell’asilo.

Gelatina di Cotogne

Per fare la gelatina, rimettere a bollire le bucce e i semi delle cotogne nell’acqua di cottura dei frutti finché il liquido di cottura diventa quasi gommoso. Colarlo usando un telo fine. Misurarlo e aggiungere 3/4 di kg di zucchero per ogni litro di succo. Rimettere a bollire finché non ispessisce. Fare la prova del piattino facendo cadere una goccia di gelatina sul piatto freddo. Se si solidifica la gelatina è pronta. Aggiungere un poco di succo di limone prima di invasarla in contenitori piccoli. Io ho usato dei barattoli di vetro e ho proceduto come per le confetture.
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Autore

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    Rosa Maria Tenore, sociologa aspirante cuoca! Dal 2011 ho il mio angolino sul web dove raccolgo i frutti della mia inesauribile passione per la cucina. Il mio motto in cucina è “Sperimentare, scoprire, conservare e preservare” Sperimentare perché quando cucino mi piace lasciarmi trasportare dalla fantasia; Scoprire perché sono curiosa e penso che l’incontro con mondi e culture diverse possono solo arricchirci, anche in cucina! Conservare e preservare perché quello che siamo è frutto della nostra storia personale, che viene da anni e anni, e perché no, secoli di tradizioni, usi, sperimentazioni tramandate di generazione in generazione, e che rappresentano in qualche modo il senso di quello che siamo e il filo che unisce il presente al nostro passato! “Torte e dintorni R.M.T.” è un po’ tutto questo, ed è lo specchio di quella che sono. Torte e dintorni R.M.T.

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