SE LA CURA E’ PEGGIO DELLA MALATTIA…

covid-19

“Ci sono nei fatti due cose: scienza ed opinione; la prima genera conoscenza, la seconda ignoranza.” (IPPOCRATE DI COO)

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Prof. Ilaria Capua

Sulla scorta delle perplessità che si manifestano sulla gestione delle informazioni, incontriamo uno scienziato che ha sicuramente un quadro definito di questa Sindrome Simil Influenzale da Coronavirus cosi come anche l’illustre collega Ilaria CAPUA, Virologa-Medico Veterinario Direttrice del Dipartimento dell’Emerging pathogens Institute Università della Florida, definisce l’attacco del covid – 19, “il terzo coronavirus a fare il salto di specie dall’animale all’uomo in 17 anni”.

Il Professor Canio Buonavoglia Ordinario Docente di Malattie Infettive degli Animali Domestici presso il Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università degli studi di Bari, ci aiuterà a comprendere il ruolo dei Coronavirus nelle infezioni ricorrenti e come il famoso “salto di specie”, dal pipistrello ad altre specie potrebbe essere stato determinato.

Di sicuro l’immagine del premier Conte che si propone ai giornalisti dalla centrale operativa della Protezione Civile, non con il consueto nodo di cravatta e poquette ben inamidata, ma con il maglioncino tricolore della P.C., ha trasmesso agli italiani una idea di calamità incipiente, di provvisorietà, contribuendo a seminare il panico nella popolazione che solo ora, forse, inizia a comprendere come la cura sia stata peggio della malattia.

Facciamocene una ragione.

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dott. Michele Polignieri

L’infezione si diffonderà ovunque e i pazienti attualmente infetti guariranno in tempi abbastanza brevi, come già stanno guarendo da giorni (con sporadici casi di mortalità in soggetti portatori di altre noxae).

Dal danno al sistema economico, alle imprese ed al made in Italy tutto intero, purtroppo, non si guarirà.
Tutto ci porterà a riconsiderare la cosa in modo molto più sensato dopo aver abusato di toni apocalittici.

La comunità scientifica sostiene a gran voce la portata non drammatica della infezione, ma intanto la Francia gode delle nostre disavventure e quasi tutti gli stati del mondo ci considerano come degli untori.

E questo è davvero un grave problema!!!!

D: Professore per l’origine di questa nuova epidemia è stato invocato il “salto di specie”. Di cosa si tratta?

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prof. Canio Buonavoglia

R.: Il Coronavirus è passato da una specie animale serbatoio all’uomo. Gli studi preliminari condotti sulle caratteristiche dell’acido nucleico di questo virus hanno chiaramente evidenziato una stretta similitudine con un virus tipico dei pipistrelli, quindi è da ritenere, così come avvenuto già in altre passate circostanze con il virus della Sars, sindrome respiratoria acuta grave, della MERS, Sindrome respiratoria mediorientale, il virus dei pipistrelli ha fatto il salto di specie per arrivare all’uomo giocando con un ospite intermedio che in questo caso ancora non conosciamo.

D: la possibilità che le abitudini alimentari di un popolo così lontano e così distante culturalmente rispetto alla nostra identità Mediterranea può aver giocato un ruolo importante?

R.: Più che cattive abitudini alimentari sono sicuramente tradizioni e ritualità che portano questo popolo a catturare i pipistrelli che poi adoperano a scopo alimentare realizzando così condizioni favorevoli perché questi virus enterici, dall’intestino dei pipistrelli, passino poi ad altre specie.

Dunque è chiaro che se questi animali vengono catturati e manipolati per la messa in vendita sui banchi, il passaggio attraverso la via respiratoria o digerente è molto più facile.

D. Ancora di più se vi è una certa disinvoltura nella preparazione di cibo con tali matrici e con l’aggravante dell’eviscerazione e consumi in condizioni igieniche di assoluta precarietà.

R.: Sì, il problema vero, a mio avviso per quanto riguarda queste situazioni, ed i coronavirus in particolare, è tutto ciò che determina la fuoriuscita del virus dal dall’intestino di questi animali agevolandone il passaggio in altre specie animali; questo è il punto.

D.: è un virus termolabile o termostabile?

R-: i Coronavirus sono abbastanza termolabili come la maggior parte dei virus respiratori e si inattivano facilmente nell’ambiente esterno; però questo non significa niente in virtù del fatto che essendo localizzati alle vie respiratorie dell’uomo, da lì assumono delle modalità comuni di trasmissione, soprattutto nel periodo invernale, attraverso starnuti e colpi di tosse con diffusione dappertutto, soprattutto alle mani.

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D: dunque dalle feci dei pipistrelli agli alimenti consumati; scopriamo un rischio difficilmente contrastabile dato che affonda in radici culturali e credenze… E’ solo una possibilità non potendo escludere, al momento, altre condizioni che abbiano potuto favorire il contatto tra un virus nell’intestino dei pipistrelli con altri animali.

D: dal punto di vista immunologico come si comporta questo virus ?

R.: Non ne conosciamo ancora bene il comportamento immunologico.

D: In campo veterinario i vaccini inattivati si sono dimostrati sempre inefficaci;

R. l’unico vaccino che in veterinaria conosciamo molto bene e che funziona molto bene per i coronavirus è quello del bovino; ma si tratta di un vaccino vivo che invece non si potrà fare nell’uomo. Dubito, pertanto che si possa avere a breve un vaccino inattivato funzionante.

D: una buona notizia per gli appassionati che non devono temere nulla per i loro animali a quattro zampe o sono a rischio anche loro?

R.: I pets in questo momento non sono in alcun modo implicati nella trasmissione del contagio ne’ possono esserne attaccati. Il danno maggiore, a quel che si vede, forse è il terrore che abbiamo trasferito ed il panico che ne ha generato nella popolazione.

Non per minimizzare le cose ma si tratta solo di un virus respiratorio che può dare qualche problema in più rispetto all’influenza stagionale perché colpisce le vie respiratorie più profonde per cui, a parità di condizioni, una persona che ha qualche altro problema di salute, tipo cardiaco, immunodepressione od altro, potrebbe essere più esposto a complicanze, ma per davvero non mi pare ci si trovi davanti ad un flagello.

D.. L’Italia si è impegnata davvero tanto per farlo diventare un spettro?

Come possiamo far comprendere agli italiani che non abbiamo la morte dietro l’uscio di casa e che il numero di contagiati è legato soprattutto al maggior numero di tamponi realizzati (4000 contro i 400 della Francia)?

R: io non so che cosa abbia in realtà generato il panico e qualcuno si dovrà prima o poi interrogare su questa situazione. Io credo che l’unico modo per tranquillizzare la popolazione è quella di far conoscere che tutto sommato si tratta di un virus che non è il flagello di Dio quindi bisogna affrontarlo con serenità e con tranquillità mettendo in atto una serie di misure che devono limitare il più possibile il contagio, e che probabilmente i danni maggiori non saranno quelli causati dal virus ma quelli conseguenziali a tutto questo clima di terrore che c’è in giro che sta conducendo veramente la nostra nazione ad una sofferenza immeritata.

D: Oggi lo spread precipitato a 163!!!!

Quindi una influenza notevole di questa cattiva circolazione di notizie su tutta nostro sistema Italia…molti osservatori acuti ritengono che probabilmente il virus è già in Germania in Francia ma che la stiano gestendo in maniera guardinga per evitare collassi finanziari.

R. Adesso non conosco la situazione epidemiologica nelle altre nazioni e nessuno la conosce, per cui ogni Stato si sta comportando più o meno a modo suo. Qui in Italia bisogna sicuramente riportare la cosa ad un livello di attenzione più calibrato.

D. per quanto riguarda la Sicurezza Alimentare e sul consueto consumo di alimenti di origine animale cosa possiamo dire ai consumatori di carne, latte e derivati, salumi e miele?

R.: Tranquillità assoluta.

Gli animali non sono sensibili a questo coronavirus e quindi tutto nella serenità più totale per gli alimenti derivati.

Quello che mi sento di dire; invece un po’ più di accortezza per quanto riguarda le misure di prevenzione che riguardano pulizia delle mani: lavarsele frequentemente, evitare luoghi affollati, evitare di avvicinarsi a persone che comunque stanno manifestando segni clinici di febbre, tosse, raffreddore.