Solo un quarto degli italiani non è a conoscenza dell’impatto dello spreco alimentare sul cambiamento climatico: i dati di una ricerca Babaco Market -Bva Doxa
Secondo i dati, un quarto degli italiani non è a conoscenza dell’impatto dello spreco alimentare sul cambiamento climatico. I criteri d’acquisto di frutta e verdura rilevati portano, inoltre, alla luce i fattori di scelta da parte dei consumatori italiani. La provenienza locale/italiana, ad esempio, è il driver fondamentale per il 37% dei rispondenti, seguito da prezzo conveniente (22%) e buon gusto (20%). Se si analizzano più da vicino le abitudini nei confronti del consumo di prodotti ortofrutticoli, si può notare che il 46% del campione dichiara di sforzarsi di mangiare spesso frutta e verdura perché consapevole dei benefici per la salute. I dati sui luoghi di acquisto sottolineano, invece, un’apertura green degli intervistati verso canali meno tradizionali e più sostenibili. Infatti, circa il 19% degli intervistati usufruisce di siti/app specializzate nella vendita di prodotti ortofrutticoli almeno una volta al mese.
L’obiettivo dell’Onu di dimezzare lo spreco alimentare entro il 2030 sia a livello di vendita al dettaglio (negozi, supermercati, ecc…) sia a livello consumatori (spreco alimentare domestico) è stato giudicato importante per quasi tutta la popolazione (97%) con l’88% dei rispondenti che lo reputano fondamentale. Ma solo 4 persone su 10 considerano certamente realizzabile l’obiettivo dell’Onu e 1 su 5 crede che non sarà raggiunto.
In ambiente domestico, quasi un quarto dei rispondenti ammette di sprecare cibo per la scarsa attenzione e, nonostante la volontà generale sia quella di non buttare quasi mai nulla, il 57% ha riscontrato almeno un episodio di spreco alimentare domestico nell’ultimo mese. In Italia, tra le maggiori cause del fenomeno c’è una scarsa attenzione a consumare gli alimenti prima che scadano o si deteriorino (54%), una conservazione poco adeguata dei prodotti nei punti vendita (33%), il fatto che si comprino troppi alimenti (21%) o in formati troppo grandi (19%) e, infine, perché si tende a cucinare cibo in eccesso (9%). Gli alimenti che finiscono più spesso nel cestino sono la verdura (47%) e la frutta (41%). Seguono più distanziati il pane fresco (29%), latticini (24%) e cipolle, aglio e tuberi (22%).