Sveliamo la verità sulla frittura: un beneficio per il metabolismo
- Loreto Nemi
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A meno che non siano presenti patologie epatiche o pancreatiche che ne sconsiglino l’uso, la frittura e i fritti possono vantare vantaggi inaspettati e persino contribuire al benessere generale dell’organismo.
Contrariamente a quanto si pensi comunemente, la frittura può stimolare il fegato, contribuendo ad accelerare il metabolismo, a patto che sia realizzata con attenzione e bilanciata all’interno del pasto con altri alimenti selezionati.
La frittura è una tecnica di cottura millenaria, accompagnata da ricette iconiche come patatine fritte, carciofi alla giudia, supplì, calamari e gamberi fritti, che resistono alla prova del tempo. Sottolineare il ruolo centrale della QUALITÀ, della quantità e della combinazione del pasto è cruciale.
Integrare una gustosa frittura e soffritti nella dieta, anche solo una o due volte a settimana, può offrire diversi vantaggi sullo stimolo metabolico e, di conseguenza, sulla gestione del peso.
La chiave è non concentrarsi solo sulle calorie, ma considerare anche la risposta ormonale degli alimenti nell’organismo.
La bioterapia nutrizionale, un approccio che sfrutta il potere farmacologico degli alimenti, sostiene l’importanza della frittura nella dieta. Questa prospettiva è supportata anche da studi scientifici, come dimostra una ricerca recente pubblicata sul Journal of Medicinal Food.
Ad esempio, durante la frittura delle patate, si generano amidi resistenti non assorbibili, contribuendo a ridurre il carico glicemico degli alimenti. La cottura in olio bollente può migliorare le qualità organolettiche degli alimenti, rendendoli più vicini alle proprietà nutrizionali degli alimenti crudi.
In generale, il cibo fritto è più digeribile rispetto ad altre forme di cottura poiché la disidratazione dell’alimento lo rende più facilmente attaccabile dai succhi digestivi. La frittura, se eseguita a temperature costanti e sostenute, crea una barriera lipidica che preserva i nutrienti e previene l’assorbimento eccessivo di grassi.
La frittura agisce come coleretico e colagogo, favorendo la contrazione e la decongestione della colecisti. Quindi, niente più tabù sulla frittura, purché si rispettino regole chiare, come la scelta dell’olio e la temperatura di cottura. In definitiva, un alimento non è mai nocivo in sé, ma la chiave è la moderazione e la consapevolezza delle scelte alimentari.
Dietista, Nutrizionista, Specialista in Scienze della Nutrizione Umana, Perfezionato in Fitoterapia. Docente al corso di Laurea in Dietistica e al Master di I e II Livello in Nutrizione dell’Università Cattolica di Roma (Policlinico Agostino Gemelli). Docente e Cultore della Materia in Endocrinologia e Nutrizione Umana presso Scienze Motorie, Università Cattolica Milano. Riceve presso lo studio medico di Roma, via di San Pancrazio 7A. Telefono: 06 96 70 18 88 – loretonemi@gmail.com – Sito web – Facebook