Terra mia: Cantine Kandea

Terra mia: Cantine Kandea

Terra mia: Cantine Kandea

Da sempre l’uomo e il vino hanno avuto storie parallele ma negli ultimi anni fare il vignaiolo è divenuto un mestiere d’arte.

La nuova consapevolezza del rispetto per la natura e la tutela dell’ambiente impongono al produttore obblighi etici e morali. Oggi più che mai rispettare il ciclo di un ecosistema vitale tra vigna, uomo e territorio significa fare vino secondo natura ed essere custodi di un territorio. Fare vino è un lavoro di passione, sacrificio e attesa. 

Ecco alcuni esempi di produttori di sogni e di vino che abitano i luoghi a me più cari. 

La famiglia Tullio Cataldo attiva da generazioni tra Puglia, Campania e Basilicata, gestisce centinaia ettari di terreno.

Nel 2005, Francesco Tullio Cataldo e i suoi figli Antonio e Nicola hanno iniziato un’avventura vitivinicola con l’Azienda Agricola F.lli Tullio Cataldo.

Situata vicino a Candela, l’azienda è dedicata alla produzione di vini del Sud Italia, unendo tradizione e innovazione.

La linea prestigiosa KANDEA rappresenta i valori aziendali, con uve selezionate vinificate in cantina e affinamento in botti di rovere francese e Slavonia, garantendo standard di eccellenza.

Viticoltori si nasce o si diventa?

Bella domanda!

Io credo che ci si nasca e ci si diventa.

La nostra famiglia, da generazioni e generazioni, vive le proprie terre con amore, dedizione e rispetto.

Di quelle terre cerca di capirne le potenzialità ed attitudini, per poi assecondarle e vivere dei loro frutti. Io nasco in questo contesto!

Divento avvocato ma il richiamo delle mie terre, la scommessa di seguire l’attitudine di una di queste a diventare Vigna, ha vinto e mi ha trasportato in un mondo fatto di sole, vento, terra e profumi; ho così lasciato definitivamente la toga, per tornare a quella terra che oggi mi vede Viticultore!

 

Qual è la ricetta giusta per ottenere un vino identitario? Quanto conta la storia del territorio e quanto lo stile di produzione?

Non so se esiste una giusta ricetta; credo che chi ha amore, conoscenza e rispetto per la propria terra e la sua storia non può che essere premiato da questa.

Noi non stravolgiamo la terra e ciò che produce, perché quello che beviamo vogliamo che racconti di noi, della Terra di Mezzo.

Vogliamo che ogni sorso faccia sentire che il nostro vino è unico e questa unicità la si ottiene solo rispettando la vigna e la vita che vi è intorno.

Il nostro stile produttivo potremmo riassumerlo con questo motto: nel Meno c’è il Più. Che non significa non fare nulla o fare poco, ma significa fare solo ciò che è necessario per proteggere la vigna, l’uva e la sua trasformazione.

Un vino che ha carattere non potrà mai essere assimilabile ad altri vini e vitigni.

 

La prima vendemmia non si scorda mai! La ricordate ancora? Qual è stato il vostro primo vino prodotto?

Sarò banale, ma per noi ogni volta è la prima volta.

È come la nascita di un figlio. C’è l’attesa, l’emozione per quel nuovo arrivo che stravolgerà e cambierà la tua vita.

Ogni vendemmia nella famiglia Kandea è sempre un evento.

Perché ogni vino non è mai uguale all’altro. Comunque è ovvio che ricordo la prima vendemmia che ha il fascino della prima volta, ma l’emozione è sempre la stessa in tutte quelle che si sono succedute.

Anzi oggi che c’è maggiore consapevolezza dei risultati, l’emozione è più forte. Il nostro primo nato è stato un Aglianico, e oggi le sue vecchie bottiglie sono in sala degustazioni a ricordarci da dove e da chi siamo partiti.

Si coltiva in biologico e poi in cantina che succede? Come viene trattata l’uva accuratamente allevata?

La cantina è attualmente in fase di conversione a regime biologico.

Il grande valore dell’azienda Kandea è la conoscenza dell’uva prodotta nelle nostre vigne.

A seconda degli obbiettivi di produzione, l’uva viene raccolta, rigorosamente a mano e in cassette piccole, ad una fase di maturazione adeguata ed adatta all’espressione massima dei nostri vitigni.

Per quanto riguarda la trasformazione del vino i passaggi di filiera sono quelli tipi della vinificazione in bianco, per vini bianchi e rosati, e della vinificazione in rosso, per i vini rossi.

Il grande valore della nostra cantina è la nostra terra ed il rapporto che si è instaurato tra essa e tutte le persone che ruotano attorno al processo produttivo.

 

Qual è l’etichetta aziendale che più vi rappresenta?

È come chiedere ad un padre quale figlio preferisci. Tutte ovviamente, perché in ogni vino c’è una parte di noi e della nostra terra.

 

Diamo i numeri: quanti ettari, quanti ettolitri, quante bottiglie prodotte ad oggi.

19 ettari – 600 ettolitri – 50.000 bottiglie all’anno. Questi numeri non sfruttano il terreno al fine di non impoverirlo. Anche qui vale il motto nel meno c’è il più.

 

Qual è ad oggi il vostro traguardo più grande? 

Che in una terra, a vocazione di grano, dove nessuno lo credeva possibile, si producono vini di eccellenza.

Antonio Tomacelli, uomo del vino che per grandezza, intelligenza, cultura enoica e sensibilità non ha bisogno di presentazioni, nel mentre si accingeva a recensire la nostra Cantina si chiese: perché una persona sana di mente dovrebbe piantare un vigneto in una zona in cui non è stata mai coltivata la vite? ma al sorso dei nostri vini, ci disse cha la scommessa l’abbiamo vinta.

 

Con quale varietà d’uva che non allevate vi piacerebbe misurarvi?

Primitivo ma della Daunia, in questo fazzoletto di terra, non lontano da dove abbiamo scelto di far sorgere le Vigne Kandea, dove tutto riesce con sorprendete maestria.

È una bella scommessa a cui pensiamo da tempo. A noi le scommesse piace vincerle e per questa ci stiamo preparando.

 

Che rapporto avete con gli altri produttori del vostro territorio? Esistono condivisioni e interessi comuni?

Essendo in una terra a vocazione di grano per ora siamo soli.

Ci piacerebbe avere alleanze e interessi comuni da portare avanti per promuovere il nostro territorio unico nel suo genere.

 

Crisi energetica, conflitti bellici e aumento delle materie prime. Qual è l’impatto sul settore vitivinicolo e cosa vi preoccupa maggiormente.

Ovviamente l’aumento delle materie ci ha messo in difficoltà, ma abbiamo cercato di restare ugualmente competitivi, contenendo l’aumento dei costi senza riversarlo sui nostri clienti.

Siamo imprenditori agricoli con circa 600 ettari di terra da tantissime generazioni ed abbiamo per questo spalle forti da poterci permettere questo lusso.

Ci preoccupa uno stato completamente assente, se non addirittura causa della nostra crisi, fatta di politiche contro l’agricoltura ma pare normale che invece di aiutarci a coltivare, sostenendoci nelle difficoltà, preveda solo aiuti se non coltiviamo?!

Quando si dice il mondo al contrario!

Quanto al settore vitivinicolo non vorremmo che, a causa dei continui rialzi delle materie prime, il buon vino diventi un bene per pochi, un prodotto di nicchia, in quanto cambierebbe profondamente le leggi di questo mercato, già difficile, e della sua produzione e diffusione.

 

Per qualcuno il futuro del vino comincia dall’etichetta, passando per la comunicazione, la fidelizzazione e l’economia circolare (come la sostenibilità). Quanto sono importanti la divulgazione e l’uso dei social-media per il vostro lavoro? Il digital marketing è una nuova risorsa per il mercato o un costo aziendale in più?  Qual è il futuro del vostro vino?

Packaging, brand e attenzione al dettaglio sono un elemento quasi di pari importanza alla qualità del vino che produciamo.

Per questo ci siamo affidati a studi di professionisti che, su nostre suggestioni e preferenze, curano la nostra etichetta e il packaging con attenzione maniacale.

Dalla forma delle bottiglie, al colore e alla scelta della carta dell’etichetta, ai caratteri e al logo della cantina.

Nulla è lasciato al caso solo una parola d’ordine: sobrietà ed eleganza, parole chiave per noi che forniamo una alta ristorazione.

Lo storytelling e i social media sono ugualmente importanti, ma al momento non abbiamo trovato ancora la quadra per una collaborazione efficace (se devi scrivere di noi e di vino, ne devi capire e ci devi conoscere bene).

Siamo pur sempre una piccola cantina e questi sono costi da grande azienda, almeno rispetto ai nostri desiderata.

Non ci interessa scriver per scrivere, ci interessa scrivere per far conoscere.

Il futuro di Kandea è sicuramente l’estero, che è un mercato in forte espansione per noi, sorprendentemente molto più del nord Italia troppo spesso schiavo di una politica autoreferenziale che da sempre impera nella nostra penisola, impedendo la crescita delle varie culture proprie di un grande paese.

 

Si diventa vecchi ma mai quanto una vigna che ci sopravvive. Dove vi trovo tra 20 anni? 

Spero che ci troverete sempre qui, con i nostri figli, i nostri nipoti.

 

Non tutti sanno che…

Kandea ama tantissimo gli animali; tutti i trovatelli, cani o gatti che siano, hanno sempre riparo, amore e cure.

Nel tempo si sono succeduti vari animali, ad oggi contiamo 5 cani: Nerone (che è stato ed è il nostro primo ammiratore), Bruto e Cassio che sono due splendidi e vivaci maremmani, Poppea che è una meticcia che ci ha portato i suoi cuccioli che abbiamo fatto adottare ed infine Caio Duilio, ultimo arrivato, un Basenji, che avendo avuto un incidente stradale, al momento è con noi a casa, curato da noi e dai nostri veterinari di fiducia.

Quando diciamo che amiamo e rispettiamo la terra e le vite che vi ruotano attorno, non diciamo parole vane, ma le viviamo coi fatti.

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