Nel dialetto siciliano la “tunnina” si riferisce alla femmina del tonno, con carni di maggior pregio rispetto al maschio.
Nel momento in cui sentono arrivare la primavera, i tonni abbandonano il loro habitat, (generalmente vivono nell’oceano Atlantico, intorno alla Scandinavia e all’Islanda) discendendo verso le Canarie e le Azzorre e arrivano nel Mediterraneo dirigendosi verso la Sardegna e la Sicilia per deporre le uova.
Da millenni si ripete questo ciclo, a partire dai primordiali insediamenti umani (ne sono testimonianza le pitture rupestri dell’isola di Levanzo). Lo capirono i greci che ne organizzarono la pesca con metodo particolare, messo a punto dagli arabi qualche secolo dopo.
Un momento di grande emozione per il “rais”, il capo, in arabo e, per i tonnaroti che aspettano tutto l’anno, quando i tonni ormai intrappolati nella “camera della morte” si dibattono nell’inutile e disperato affanno alla vita. L’acqua ribolle impetuosamente di spuma e sangue, mentre gli uomini con fredda determinazione arpionano la preda con grossi uncini.
Oggi la corsa dei tonni si è modificata poiché il loro avvicinamento alla costa per la riproduzione non avviene più per via dell’inquinamento e degli scarichi urbani. Ma restano ancora alcune tonnare, pochissime in verità, di cui la più famosa a Favignana, che riescono comunque a catturare i tonni di maggior pregio le cui carni, purtroppo, sono destinate ai mercati asiatici.
Rigorosamente tramandate dalle nonne e dalle mamme dei pescatori e giunte fino ai giorni nostri quasi intatte ed inalterate.
La ricetta della “tunnina” è una di queste e come quasi tutte le ricette siciliane, diversifica negli ingredienti e nella preparazione da una città all’altra.
Così abbiamo le fette di tonno fritto da solo e l’uso dell’aceto senza il pomodoro, nel palermitano, l’uso del vino bianco e del pomodoro nel messinese e nel siracusano.
La ricetta che segue è della tradizione siracusana, dove il tonno si pesca ancora a filaccione, metodo decisamente più selettivo e rispettoso di questa specie che nutre ogni giorno milioni di persone.
Tunnina alla siracusana
Tagliate la cipolla a fette e soffriggetela in un tegame largo in abbondante olio evo. Nel frattempo fate scottare i pomodorini pachino in acqua bollente e spellateli, tenendoli da parte in una terrina. Appena la cipolla comincerà ad appassire va tolta dal tegame e messa da parte.
Nello stesso tegame rosolate ad una ad una le fette di tonno ed impostatele avendo cura di sistemarle delicatamente sul fondo. A questo punto, dopo averle girate, versateci sopra la cipolla che dovrà ricoprire interamente le fette di tonno.
Sfumate il tutto con il vino bianco, smorzate la fiamma e disponete su ogni fetta i pomodori spellati (devono somigliare ai pelati), i capperi, il sale e il pepe macinato fresco.
Coprite il tegame e fate sobbollire piano piano per circa venti minuti.
Servite il tonno con il sugo di cottura ed una manciata di prezzemolo fresco.
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