” Turta ad persi ” di nonno Giuan D’Alman

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Turta ad Persi di nonno Giuan D’Alman (Giovanni del Tedesco)

La torta di pesche dei contadini  appartiene a quel filone di cucina povera, che sapeva esaltare il sapore di ogni ingrediente: un solo uovo, perché erano un lusso, poco zucchero (troppo costoso un tempo), zero farina o lievito (antesignana del gluten free) . Cuoceva in vecchie pentole che avevano nel tempo assorbito tutti i sapori della campagna.

Le sue origini affondano nella storia del Piemonte, tant’è che è nota con il suo appellativo dialettale: “Turta ad persi”.

Non appena arrivava l’estate, quando i peschi regalavano frutti in abbondanza, per non sprecare nulla, le nonne si mettevano al lavoro. Sceglievano i più maturi, quelli che sarebbero presto stati eliminati, li riduceva a pezzettini e iniziava a preparare l’impasto.

Dicevano che era un atto di amore nei confronti della terra generosa, per evitare ogni spreco, e del lavoro del nonno coltivatore.

Una volta la turta ad persi veniva fatta con pesche selvatiche di vigna(quelle verdine/giallognole)leggermente amare e con polpa abbastanza pastosa.

1,5kg pesche con buccia ( bio)
250g amaretti
30g burro
2 cucchiai cacao amaro
130g zucchero
pane vecchio sbriciolato 1pagnotta
1 uovo
Una spruzzata di grappa
Preparazione
Tagliare le pesche,tegame,farle rosolare con un cucchiaio di zucchero e il burro per ammorbidirle. Schiacciarle con la forchetta grossolanamente.
In ciotola bagnare amaretti e aggiungerli sbriciolati o anche interi. Mescolare pesche e amaretti, poi cacao, zucchero, pane, uovo.
Mescolare molto bene tutto e versare in tortiera da 28 imburrata. Forno 160° x 50/60 min.
Ricetta del gruppo “Ricette della Val Pusteria” su gentile concessione di Valerio D’Agnese

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