Un altro vino è possibile, anzi: c’è già! – Le conclusioni

     Una serie di serate di avvicinamento e divulgazione dedicate al “Vino naturale”, argomento molto difficile da incasellare in categorie già definite…

     Tre serate ideate e condotte da Fabio Riccio, da più di venti anni uno degli autori della Guida dei Ristoranti De l’Espresso. Tre serate divulgative per illustrare che un diverso approccio al mondo del vino esiste già, illustrate anche con l’ausilio di mezzi multimediali.

     Già le premesse erano piuttosto forti…

     Le tre serate, comprensive di cena e dei vini, si sono tenute al ristorante Bacco & Perbacco di Lucera (FG), e hanno avuto un ottimo riscontro di pubblico in tutti e tre gli appuntamenti.

     Chi ha partecipato alle serate, si è da subito accorto che quanto visto, sentito e assaggiato non era la solita “lezioncina” o l’ennesima delle tante degustazioni, ma a qualcosa di più complesso, ma proprio per questo più stimolante.

Un nuovo tipo di approccio al mondo del vino…

     Si è provato, riuscendoci, avvicinare allo sfumato concetto di “Vino Naturale” e al giusto modo per approcciarlo, un pubblico in gran parte a digiuno di nozioni di vino.

     La classica “mission impossible”, invece sorprendentemente riuscita.

     Il termine “Vino Naturale”, tecnicamente e legalmente non corretto, è però entrato  nell’uso comune per indicare i vini prodotti da alcuni vignaioli artigiani che per scelta, a volte etica, a volte sensoriale, e solo raramente di convenienza, hanno deciso di produrre quel che mettono in bottiglia in maniera diversa e “pulita” andando ben oltre i deboli paletti delle varie certificazioni “Bio”, ponendosi così in rotta di collisione con quelle che invece sono le scelte produttive della stragrande maggioranza degli altri produttori.

     Però, questo universo, o per meglio dire questa nebulosa dei “vini naturali”, che è bene precisare non è affatto quella dei cosiddetti “vini del contadino”, per essere scoperto, esplorato ed apprezzato, presuppone da parte di chi ci si avvicina un approccio eminentemente emotivo, un tipo di approccio che spariglia e rivoluziona dal basso i “sacri canoni” di un certo tipo di enologia istituzionalizzata che vanno per la maggiore.

Come comprendere un “vino naturale”

     Apprezzare e comprendere un “vino naturale” (sempre virgolette d’obbligo) prima di tutto richiede un approccio emozionale, e solo dopo (se necessario) si potrà parlare di tecnico.

     Sì: è stato un vero e proprio capovolgimento dell’approccio al mondo vino, quello descrittoci da Fabio Riccio e dai bravi titolari di Bacco & Perbacco nelle tre serate.

     Invece di partire dal basso, si è partiti dalla cima della piramide, per poi arrivare alla base.

     Una volta lì, non paghi, la piramide del vino la si è addirittura destruttura, mettendo al primo posto la piacevolezza e le sensazioni istintive d’impatto, senza nessun tipo di verità imposta dall’alto, ma solo aiutando i partecipanti a scoprire più in profondità cosa andavano a bere….

     Di conseguenza, in nessuna delle tre serate si è parlato di frutta tropicale e non, persistenza aromatica intensa, agrumi, croste di pane, Fiori di Zolfo, pipì di gatto, cerotto, idrocarburi, catrame, pelo bagnato etc etc, ma si è dato spazio, al semplice “mi piace” o “non mi piace”…

     Amare il vino è un processo lungo, e deve essere un processo graduale, non bastano le classiche serie di lezioncine che partono dalla tecnica (la cima della piramide…) e dimenticano il cuore.

Il vino, qual esso sia, bisogna berlo con curiosità, mente libera da pregiudizi e cuore.

     Parafrasando Steve Jobs… siate curiosi, siate assetati…

     Il “Vino Naturale”, pur con le sue tante difformità e con le sue mille sfaccettature, è un qualcosa di vero, e se fatto bene e con perizia, merita sempre l’aggettivo “bello”, non una serie di numeretti e di fredde frasi fatte da inserire in un foglio Excel per stilare improbabili classifiche.

     Ma oltre al cibo (ottimo!), per chi ha partecipato alle tre serate di Bacco e Perbacco di Lucera, è stato molto interessante il vedersi postulare con parole semplici e immediate questo diverso, e per molti sensi “eretico” approccio al vino.

     Tutto questo percorso ha avuto il suo compimento in particolare nell’ultima delle tre serate, dove la presenza di Antonio e Daniela di Gruttola della Cantina Giardino di Ariano Irpino (AV) qualitativamente una delle più importanti cantine “naturali” in Italia, e davvero dei precursori in questo universo del “Vino Naturale”, è stato l’elemento qualificante.

     In ogni caso, dopo le spiegazioni e la gran pazienza dimostrata da Fabio Riccio nel dialogare con i presenti letteralmente tavolo per tavolo, il vedersi recapitare calici di bianchi dai colori “forti”, o bottiglie con fondo e sedimenti, non ha spaventato più di tanto i partecipanti, anche se per alcuni, almeno d’impatto, la cosa è stata spiazzante.

     Come bene ha sottolineato Fabio Riccio, queste tre serate sono state solo l’inizio di un percorso, che chi ritiene opportuno, potrà anche continuare individualmente.

A Lucera da Bacco e Perbacco non si è venduta nessuna verità precostituita

     Si è solo voluto far sapere che un altro modo di intendere e di godere del vino c’è già.

     Però, e lasciatemelo dire, la migliore sintesi del tutto spetta a uno dei partecipanti che ha detto…

«Per chi è a digiuno di vino come me, ma anche per il mio amico che ha già partecipato ad altri incontri e degustazioni, queste sono state tre serate diverse dalle solite, spiazzanti oserei dire.»

«Nessuna lezioncina, nessuna divisa, e tutto è stato come una ventata di sorprese, tante sorprese. Concetti esposti in maniera limpida e chiara, e cosa molto importante, senza l’abuso termini roboanti o poco comprensibili a noi semplici appassionati di vino.»

«Ora sappiamo, anche se non in maniera approfondita, che c’è un altro modo di vivere e intendere il vino, meno cattedratico e meno spocchioso delle solite degustazioni comandate a bacchetta, grazie!»

     Ecco, questo è un bell’approccio al mondo del vino, un approccio vero, non non la solita tiritera da enofighetti (anzi: visto che sono scorretto oso dire enofighette) spacciata per assioma incontrovertibile dell’industria enologica.

     Esplorate ogni strada con il cuore, andate fino al fondo della bottiglia dove ci sono le  radici più antiche, le  passioni più sfrenate e la dipendenza dal bello.

     Già… perché i “Vini Naturali” sono davvero più belli!

Bacco & Perbacco
Ristorante
Piazza del Duomo, 21/22
71036 – Lucera (FG)
Tel. 0881 524979
www.baccoeperbacco.com

Autore

  • Di formazione classica sono approdato al cibo per testa e per gola sin dall’infanzia. Un giorno, poi, a diciannove anni è scattata una molla improvvisa e mi sono ritrovato sempre con maggior impegno a provare prodotti, ad approfondire argomenti e categorie merceologiche, a conoscere produttori e ristoratori. Da questo mondo ho appreso molte cose ma più di ogni altra che esiste il cibo di qualità e il cibo spazzatura e che il secondo spesso si mistifica fin troppo bene nel primo. Infinitamente curioso cerco sempre qualcosa che mi dia quell’emozione che il cibo dovrebbe dare ad ognuno di noi, quel concetto o idea che dovrebbe essere ben leggibile dietro ogni piatto, quella produzione ormai dimenticata o sconosciuta. Quando ho immaginato questo sito non l’ho pensato per soddisfare un mio desiderio di visibilità ma per creare un contenitore di idee dove tutti coloro che avevano piacere di parteciparvi potessero apportare, secondo le proprie possibilità e conoscenze, un contributo alla conoscenza del cibo. Spero di esservi riuscito. Il mio è un viaggio continuo che ho consapevolezza non terminerà mai. Ma è il viaggio più bello che potessi fare.

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Giustino Catalano

Di formazione classica sono approdato al cibo per testa e per gola sin dall’infanzia. Un giorno, poi, a diciannove anni è scattata una molla improvvisa e mi sono ritrovato sempre con maggior impegno a provare prodotti, ad approfondire argomenti e categorie merceologiche, a conoscere produttori e ristoratori. Da questo mondo ho appreso molte cose ma più di ogni altra che esiste il cibo di qualità e il cibo spazzatura e che il secondo spesso si mistifica fin troppo bene nel primo. Infinitamente curioso cerco sempre qualcosa che mi dia quell’emozione che il cibo dovrebbe dare ad ognuno di noi, quel concetto o idea che dovrebbe essere ben leggibile dietro ogni piatto, quella produzione ormai dimenticata o sconosciuta. Quando ho immaginato questo sito non l’ho pensato per soddisfare un mio desiderio di visibilità ma per creare un contenitore di idee dove tutti coloro che avevano piacere di parteciparvi potessero apportare, secondo le proprie possibilità e conoscenze, un contributo alla conoscenza del cibo. Spero di esservi riuscito. Il mio è un viaggio continuo che ho consapevolezza non terminerà mai. Ma è il viaggio più bello che potessi fare.

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