Un biglietto d’auguri che fa riflettere
- Mario Crosta
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Scusate se torno un’altra volta sullo stesso argomento, quello del peso esagerato del vetro di certe bottiglie di vino di cui avevo già scritto il 10 Febbraio 2021 nell’articolo “A dieta anche voi, care le mie bottiglie!” di questo blog degli amici di Giustino Catalano.
Mi aveva chiamato un’amica che mi diceva che anche in Polonia si stava affrontando a spada tratta lo stesso argomento, quello della riduzione del peso delle bottiglie. La risonanza è stata enorme perché si trattava di una trasmissione radiofonica popolare e importante di Radio PIN con l’amico Tomasz Prange-Barczyński. A segnalarmi il testo polacco e a propormene una sua traduzione è stata Elżbieta Babińska di Bergamo che in quel Paese del Baltico ha un meritatissimo credito nella cerchia dei critici del vino di Varsavia, tanto che proprio il nostro Tomasz l’aveva soprannominata “l’insegnante di Franciacorta”. No, non vi tengo in sospeso, lo sapete che non è nel mio stile. Entro subito nel merito. Eccovi la traduzione di ciò che aveva detto in radio il nostro Tomasz.
«Ho ricevuto una cartolina d’auguri di Natale in ritardo. Da un produttore di vino. Invece di un Babbo Natale, un albero dorato, un Gesù bambino sorridente contornato dalla Sacra Famiglia… mi è arrivato un rettangolo ritagliato nel cartone. Sì, un cartone, apparentemente come quello per l’imballaggio delle bottiglie di vino, grigio/beige, piuttosto spesso, ma (ed è importante per quanto dirò più avanti) anche piuttosto leggero. Su un lato un francobollo da 60 centesimi, nome e indirizzo; sull’altro un timbro a inchiostro rosso con il seguente testo: “Le nostre cantine funzionano con l’energia delle pile solari; abbiamo abbassato il peso delle nostre bottiglie; usiamo i cartoni prodotti con il riciclo delle materie prime; non incartiamo le bottiglie; le nostre vigne e i nostri oliveti assorbono anidride carbonica e producono ossigeno; Buone e pacate ecoFeste!”
La cartolina mi era stata spedita da un produttore di vino del lago di Garda, l’azienda agricola San Giovanni, una di quelle che mi hanno impressionato di più per la qualità del suo vino durante la mia visita. Adesso dà anche l’impressione di un’attenzione particolare verso l’ambiente, ma non si tratta solo del biglietto natalizio di cartone, che è facile da ricordare. Coerenti con il rispetto dell’ambiente, sarebbe bastata un’e-mail, poiché anche la più semplice cartolina d’auguri su materiale riciclato dev’essere spedita e trasportata, inquinando quindi l’ambiente. Per me è più importante la dichiarazione della riduzione del peso delle bottiglie. Devo riconoscere onestamente che una bottiglia pesante, massiccia, mi rende sempre inquieto. E non si tratta di un’inquietudine sul futuro del nostro pianeta. Nelle bottiglie che pesano il doppio del normale finiscono spesso dei vini con cui non ho voglia di fare amicizia.
È un po’ come con le automobili: quando ne vedo una con tre tubi di scarico sono sicuro che non avrei piacere di bere il mio Riesling preferito con l’autista. La bottiglia è diventata un elemento di Pubbliche Relazioni. Quelle grandi e pesanti ci gridano, dagli scaffali dei negozi: “Hej, guardami, sono più pesante e massiccia delle mie vicine, ergo il vino che mi porto dentro è anch’esso così”. E questo è proprio vero; il 99% di queste bottiglie contiene dei mostri enologici che tendono i muscoli, vini ultraestrattivi, esageratamente alcolici, noiosi. Certo che colpiscono al primo sorso… si abbattono proprio in mezzo agli occhi! Ma al secondo sorso, di solito, sono già imbevibili. E poi mi fa arrabbiare che tutti i bevitori di vino se ne freghino che il trasporto di quelle megabottiglie disperda più energia di quello delle bottiglie normali. Come se ne valesse la pena…
Per questo tra un po’ la maggior parte dei biglietti d’auguri, quelli molto colorati e dorati (per fortuna quest’anno mi sono stati risparmiati quelli con il carillon del motivetto di Natale elettronico) finiranno nella pattumiera della raccolta differenziata della carta, mentre il rustico cartone dell’azienda agricola San Giovanni no. Anzi, incollerò il cartoncino dietro lo schermo del computer per ricordarmi di separare i rifiuti e di trattenermi dal comprare delle bottiglie di vino esageratamente pesanti, in nome della difesa dell’ambiente e del buon gusto.
Che cosa potrei ascoltare mentre mi occupo di questo biglietto d’auguri di cartone? András Schiff, uno dei più apprezzati interpreti della musica di Johann Sebastian Bach, dopo un quarto di secolo è ritornato agli spartiti per pianoforte del compositore di Lipsia. Come accade a un pianista esperto, suona con leggerezza e con distacco, con precisione ed eleganza. Per me la musica di Bach suonata da Schiff è come un bicchiere di Riesling fresco e delicato, come il leggiadro Groppello del Garda fatto dal mittente del mio più bel biglietto d’auguri. Questa leggerezza è piacevole in modo eccezionale, per non dire agognata».
Non ho abbastanza parole per descrivervi quanto sia commosso da quello che d’importante stanno seminando anche Tomasz, Carlo Macchi, Jancis Robinson, Tim Atkin e tanti altri amici qui e in ogni parte del mondo. Giuro che mi sembrava una cosa normalissima, invece mi sto accorgendo che la sensibilità del mondo del vino alle battaglie per la compatibilità ambientale sta diventando un po’ alla volta una bandiera attorno alla quale si raccolgono forze impensate. Fa fede l’ultima inchiesta di Winesurf sul peso delle bottiglie che ha ricevuto 1.040 questionari compilati con il parere dei partecipanti (per due terzi inseriti nel mondo del vino, un terzo dei quali come produttori), i cui risultati sono stati pubblicati il 7 febbraio scorso.
Rispondendo a due precise domande, nove su dieci non credono affatto che una bottiglia pesante conservi meglio il vino, nove su dieci non credono affatto che nelle bottiglie pesanti si trovino i vini migliori, cioè quasi tutti hanno capito che le bottiglie pesanti servono solo per motivi di marketing e che l’equazione ”bottiglia pesante = vino migliore” è una grossa bufala. Da altre risposte emerge che per il campione degli intervistati è chiaro che l’uso delle bottiglie pesanti è solo una scelta commerciale, mente invece usare bottiglie più leggere viene immediatamente accostato a concetti etici e, perché no, anche economici visto che queste bottiglie costano pure meno. Otto intervistati su dieci ritengo adatto un peso della bottiglia sotto ai 500 grammi e nessuno (e su 1040 risposte non è poco) pensa che si debbano usare bottiglie oltre gli 800 grammi. Speriamo che questo serva a convincere chi continua a usare queste assurde bottiglie pesanti che è giunta l’ora di cambiare.
Mandateci un vostro parere, cari lettori, fate anche un po’ vostra questa rubrica. Basta anche un commento, un sostegno morale, un incoraggiamento.
Mario Crosta
Di formazione tecnica industriale è stato professionalmente impegnato fin dal 1980 nell’assicurazione della Qualità in diverse aziende del settore gomma-plastica in Italia e in alcuni cantieri di costruzione d’impianti nel settore energetico in Polonia, dove ha promosso la cultura del vino attraverso alcune riviste specialistiche polacche come Rynki Alkoholowe e alcuni portali specializzati come collegiumvini.pl, vinisfera.pl, winnica.golesz.pl, podkarpackiewinnice.pl e altri. Ha collaborato ad alcune riviste web enogastronomiche come enotime.it, winereport.com, acquabuona.it e oggi scrive per lavinium.it, nonché per alcuni blog. Un fico d’India dal caratteraccio spinoso e dal cuore dolce, ma enostrippato come pochi.