Una petroniana al mese – Febbraio 23

Gallo

Osteria del Gallo è una piccola frazione di Castel Maggiore, comune nella prima periferia di Bologna, dove risiedono poco più di trenta persone.

Non riesco a definirlo un vero e proprio paesino, è più una manciata di case immerse tra campi di frumento e terreni erpicati, affacciate sulla strada statale Porrettana, zigzagata arteria di collegamento tra Ferrara e il capoluogo emiliano.

Ogni sera la popolazione di Osteria del Gallo triplica: decine di auto accorrono dal centro e dalla provincia, attratte dal richiamo dalla storica Trattoria del Gallo, da oltre quarant’anni un’eccellenza per i suoi piatti tipici della tradizione ma soprattutto per la carne cotta nel forno a legna.

Prenotiamo per un mite mercoledì sera di metà febbraio, il locale è – come sempre – pieno di gente nelle due salette al piano terra, ci accompagnano quindi al piano superiore dove si trovano alcune salette aggiuntive, appartate e perfette per tavolate di amici o gruppi ma dove viene un po’ meno l’ambiente caldo e accogliente da trattoria paesana.

Ci accomodiamo e senza troppi convenevoli decidiamo di affogare i pensieri della giornata con un paio di bottiglie di buon rosso accompagnati da taglieri di salumi e formaggi con una golosa insalatina di radicchi, rucola e pancettina con aceto balsamico. Una coccola per il palato che serve per preparare gli stomaci degli otto commensali alla portata principale.

Su suggerimento dell’oste oltre alla immancabile cotoletta alla bolognese decidiamo di assaggiare anche la specialità del luogo: la tagliata di filetto di manzo servito in terracotta con salsa di olio extravergine d’oliva e rosmarino. La morbidezza della carne e il gusto del succulento intingolo giustificano appieno l’incredibile boom demografico serale di questo piccolo borgo bolognese, un piatto che da solo vale l’uscita.

Ma l’attenzione dei nostri si sposta in fretta verso la pirofila dove 4 cotolette fumanti aspettano di essere saggiate e giudicate, scortate da una generosa teglia di verdure e carciofi al forno per lavarsi la coscienza. L’aspetto della petroniana è invitante, con una macchia di concentrato di pomodoro sopra una generosa coltre di parmigiano fuso con un rinforzino di panna e le fette di prosciutto crudo San Daniele mentre il taglio di carne è una costoletta di vitello con osso che sembra appena appena battuta.

Il sapore al palato è intenso, la carne delicata e soffice, la panatura presente ma non ingombrate e la copertura di prosciutto e formaggio dona quell’estasi divina che solo questo piatto stupefacente sa regalare.

Tra i contorni spiccano le patate al forno e i pomodori gratinati ma non paghi decidiamo di lasciarci tentare da un altro must della trattoria, sconsigliata ai deboli di cuore: l’uovo fritto nell’olio al rosmarino, fondo della tagliata. Un piatto che da solo sarebbe da segnalare all’AIFA come una delle principali cause di problemi cardiocircolatori nella popolazione over 30.

Un briciolo di buon senso ci suggerisce di limitarci coi dolci che per la cronaca alla Trattoria del Gallo vengono serviti come porzioni intere per ciascun tavolo. Qualche temerario vuole comunque fare un assaggino di crema al mascarpone (non indimenticabile) o di zuppa inglese prima di affidare le residue speranze di una digestione tranquilla a un ahinoi impotente amaro alle erbe.

Torniamo al piano di sotto che nel frattempo si e spopolato e vede i cuochi godersi un po’ di sano riposo con una bella spaghettata di mezzanotte, paghiamo un conto più che onesto e ci lasciamo alle spalle Osteria del Gallo e la sua trattoria, mentre i suoi trenta abitanti spengono le luci dietro gli scuri sbrecciati e un capello di luna taglia l’oscurità della notte.

La Petroniana di gennaio qui

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