“Vicienzo, maestro di bon ton”

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16 Dicembre 2021 16:32

Come dargli torto al nostro Governatore De Luca, sommo Ayatollah del Circo Campania.

Che si dovesse intervenire per limitare la diffusine del virus era indubbio e per certi versi bene ha fatto a limitare le situazioni di aggregazione che avrebbero inevitabilmente portato ad assembramenti di persone attorno a postazioni dove si vendeva cibo. Il classico aperitivo di Natale e di Capodanno ne sarebbero stati senz’altro occasione.

 

Peccato come sempre che la tempistica dello stipendiato De Luca non sia la stessa dell’imprenditore che investe e a distanza di una settimana ordina vini, liquori e bibite, anticipa l’acconto per i musicisti, versa io diritti alla SIAE, etc. Tempi che chi sta al Governo ignora e nel contempo non ne comprende la portata reale del danno in termini di capitale morto a terra, dipendenti extra che non saranno chiamati, gente che avrà meno soldi e spenderà di meno e così via lungo la catena dei danni inevitabili che una cosa del genere può generare.

Lui non lo sa. Lui fa il suo mestiere e se ne fotte. Questa è la verità. In un certo qual senso i campani un governatore così se lo meritano tutto visto che alle elezioni lo votarono con un tributo elettorale pressoché plebiscitario. A chiedere oggi nessuno lo ha votato ma lui sta lì e lo fa a buon diritto. Bene così.Del resto che fosse simpatico si era capito e quindi andava bene per governare i campani. Pugno duro con chi non voleva stare chiuso in casa quando non c’era il vaccino, dolci, pastiere e altro vietati ad ogni festività anche per il semplice asporto e ricchissimi ristori di ben 2000 (duemila – numeri che fanno girare la testa!) euro ad attività, purché non fatturasse più di 100.000 euro l’anno. Gli altri che morissero di fame anche. Piccolo è bello si sarà ripetuto chissà quante volte per autoconvincersi.

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Ma torniamo ai fatti. La nuova ordinanza ha previsto il divieto per le attività di ristorazione e bar di servire cibo da consumare per strada. E Napoli, città principe dello street food resterà con i suoi banchetti e le sue vetrinette ferma tra le feste. Del resto chi di voi venendo in Campania non ha mai mangiato una pizza a portafoglio o una sfogliatella camminando? Ecco dal dicembre al gennaio sarà vietato, pena multe salatissime. E guai se un pizzaiolo o un barista oserà venderlo e lasciarlo consumare nei pressi (misura medioevale vaga come “lascia cuocere per due giri di campo”). “Vuole una sfogliatella calda? Dove intende mangiarla? E’ da solo? In compagnia? mica intende rimanere qui a consumarla? Non si permetta sa!?!”

Così come era logico pensare si è avuta una levata di scudi da parte dei ristoratori e chiunque servisse cibo da poter consumare per strada.

E cosa ne ha detto De Luca?

E qui arriva l’anima del burlone simpatico che tutta Italia conosce, del guitto che ci sollazza e che tutti amiamo: “Mangiare per strada non è educato. Si fa solo da noi questa robaccia”.Annotatevelo. Siete cafoni. Mangiare per strada. Che schifo che mi fate. Soprattutto voi napoletani

 

 

 

 

Autore

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    Di formazione classica sono approdato al cibo per testa e per gola sin dall’infanzia. Un giorno, poi, a diciannove anni è scattata una molla improvvisa e mi sono ritrovato sempre con maggior impegno a provare prodotti, ad approfondire argomenti e categorie merceologiche, a conoscere produttori e ristoratori. Da questo mondo ho appreso molte cose ma più di ogni altra che esiste il cibo di qualità e il cibo spazzatura e che il secondo spesso si mistifica fin troppo bene nel primo. Infinitamente curioso cerco sempre qualcosa che mi dia quell’emozione che il cibo dovrebbe dare ad ognuno di noi, quel concetto o idea che dovrebbe essere ben leggibile dietro ogni piatto, quella produzione ormai dimenticata o sconosciuta. Quando ho immaginato questo sito non l’ho pensato per soddisfare un mio desiderio di visibilità ma per creare un contenitore di idee dove tutti coloro che avevano piacere di parteciparvi potessero apportare, secondo le proprie possibilità e conoscenze, un contributo alla conoscenza del cibo. Spero di esservi riuscito. Il mio è un viaggio continuo che ho consapevolezza non terminerà mai. Ma è il viaggio più bello che potessi fare.

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Giustino Catalano

Di formazione classica sono approdato al cibo per testa e per gola sin dall’infanzia. Un giorno, poi, a diciannove anni è scattata una molla improvvisa e mi sono ritrovato sempre con maggior impegno a provare prodotti, ad approfondire argomenti e categorie merceologiche, a conoscere produttori e ristoratori. Da questo mondo ho appreso molte cose ma più di ogni altra che esiste il cibo di qualità e il cibo spazzatura e che il secondo spesso si mistifica fin troppo bene nel primo. Infinitamente curioso cerco sempre qualcosa che mi dia quell’emozione che il cibo dovrebbe dare ad ognuno di noi, quel concetto o idea che dovrebbe essere ben leggibile dietro ogni piatto, quella produzione ormai dimenticata o sconosciuta. Quando ho immaginato questo sito non l’ho pensato per soddisfare un mio desiderio di visibilità ma per creare un contenitore di idee dove tutti coloro che avevano piacere di parteciparvi potessero apportare, secondo le proprie possibilità e conoscenze, un contributo alla conoscenza del cibo. Spero di esservi riuscito. Il mio è un viaggio continuo che ho consapevolezza non terminerà mai. Ma è il viaggio più bello che potessi fare.